05/04/2014 21:18
LAROMA24.IT - Metti un belga di origine indonesiane e un cileno che si incontrano in un freddo gennaio sardo. E’ il 2012 quando a Cagliari si conoscono Radja Nainggolan e Mauricio Pinilla: uno è un centrocampista poco più che ventenne, appena diventato padre, l’altro è un attaccante girovago con una valigia di infortuni e delusioni.
IL NINJA - Nainggolan arriva a Cagliari in prestito nel gennaio 2010, quando il Piacenza, che ha avuto il merito di andarlo a pescare nel Germinal Beerschot (Prima divisione belga), inizia a stargli stretto. L’inizio non è dei migliori, con 7 presenze e un cartellino rosso dopo 5’ minuti dalla sua entrata in campo contro il Chievo. Bisoli però sceglie di insistere sul ‘Ninja’ e convince Cellino a riscattarne la prima metà. Con Donadoni, che subentra all’ex allenatore del Cesena dopo poche giornate, scatta il feeling definitivo, come anche con i tifosi.
RECORD - Il campionato 2011/12 è quello della consacrazione, che gli vale l’interesse delle big europee come Manchester City e Juventus. Ma per i sardi una cessione è prematura e Radja resta nella città che inizia ad amare, nonostante la querelle stadio tra società e comune che impone ai giocatori continui trasferimenti tra il Sant’Elia, l’Is Arenas e il Nereo Rocco di Trieste. A fine 2013 vince lo scettro di giocatore con più contrasti vinti nei maggiori campionati europei, 298. Cifra che sicuramente contribuisce al ritocco del contratto fino al 2016.
PINI-GOL - La sfortuna di Mauricio Pinilla è di essere cresciuto troppo presto: è il 2002 quando a soli 19 anni viene acquistato dall’Inter di Cuper, con il quale però non esordirà mai. Lascia le prime tracce in Italia (troppo poche le 6 presenze col Chievo nel 2004) a causa di guai extracalcistici. Nel 2008 infatti ha risalto il litigio con il connazionale Jimenez (allora in nerazzurro) a causa di alcune frasi di Pinilla verso la moglie del suo compagno di nazionale. “Conoscete Pinilla e potete immaginare come sono andate le cose”, il laconico commento alla rissa di Jimenez, chiara allusione ai problemi di alcolismo di Pinilla, reduce da una cura disintossicante in una clinica di Marbella.
VAGABONDO - Celta Vigo, Sportign Lisbona, Racing Santander, Hearts, Universidad de Chile, Vasco da Gama, Apollon Limassol: 7 squadre in 5 anni e una manciata di gol. Questo il modesto bottino di Pinilla a fine 2010, quando il Grosseto, neopromosso in Serie B, decide di puntare su di lui. Qui eguaglia il record di partite consecutive in gol (13), di proprietà di un certo Gabriel Omar Batistuta. “Mauricio c’entra poco con la Serie B”, dice di lui il suo compagno di squadra Filippo Carobbio. A fine campionato realizza 24 gol in 24 partite, secondo solo a Eder del Frosinone nella classifica cannonieri. Va al Palermo, e poi, al Cagliari.
IN ROSSOBLU’ - Tra i due scatta subito il feeling. Sarà perché Cagliari è la piazza giusta per entrambi, ciò che serve per affermarsi e crescere, magari (ri)conquistando la nazionale. Sarà per il modo di giocare che li accomuna, la garra in spagnolo, il klauw in olandese. O forse, tutto nasce dalla moltitudine di tatuaggi che ricoprono il loro corpo, sfizio, arte e passione del terzo millennio.
SOCIAL - Quello tra Pinilla e Nainggolan, come e più di gran parte delle amicizie “vip” degli ultimi anni, è un rapporto estremamente social. Tweet (“Ormai sto più con te che con mia moglie”), hashtag e una marea di foto: c’è quella con il cileno versione barbiere di Siviglia, selfie con occhialoni da sole e cuffie, momenti di shopping e udienze dal Papa. Ma tutto finisce, soprattutto se di mezzo c’è la Roma che strappa il belga al Cagliari nel gennaio 2014, superando la concorrenza di Juventus e Napoli. “Ma non è la fine dell’amore”, twitta Radja appena atterrato a Fiumicino. “Certo che non è la fine…”, gli risponde Pinilla. Amici veri, che domenica si ritroveranno sul terreno del Sant’Elia. “Sono teso, sarà strano vedere i miei ex compagni (e amici)”. “Basta che domenica mi fai un bell’assist e tutti a festeggiare”. Tutto è social quel che finisce social.