03/10/2014 21:02
LAROMA24.IT (Damiano Frullini) - Sul trono d'Italia c'è posto solo per una tra Juventus e Roma. La sfida di domenica non decreterà chi delle due avrà il diritto di indossare la corona, ma sarà certamente un passo in avanti nelle gerarchie di un campionato che le ha già elette come uniche protagoniste. Lo Juventus Stadium è il palcoscenico ideale per Rudi Garcia e Massimiliano Allegri, i due 'attori non-protagonisti' della sfida, di iniziare a scrivere una trama il cui finale verrà svelato solo fra 7 mesi.
12 MESI VISSUTI ALL'OPPOSTO - I due tecnici vengono da un'ultima stagione vissuta con sentimenti contrastanti: il francese è arrivato a Roma da 'perfetto sconosciuto', o quasi, e in poco tempo è stato il vero artefice della risalita giallorossa, iniziata con lo straordinario record delle 10 vittorie consecutive e culminata con la tanto attesa qualificazione in Champions League, mentre il livornese a gennaio è stato esonerato dalla panchina del Milan (sulla quale era seduto dal giugno 2010) dopo aver collezionato solo 5 successi in tutto il girone d'andata, portandosi dietro anche la colpa di aver spaccato uno spogliatoio che fino a quel momento era sempre rimasto unito. In quelle prime 19 giornate dello scorso campionato è avvenuto l'unico faccia a faccia tra i due tecnici: il 16 dicembre 2013 a San Siro i rossoneri sono stati in grado di rimontare due volte i gol di Destro e Strootman, grazie a Zapata e Muntari, con Allegri espulso nel finale per proteste.
OBIETTIVO: IL SECONDO 'SCUDETTO' - Quest'anno l'arrivo (a sorpresa) sulla panchina della Juventus ha riavvicinato il tecnico toscano a Garcia: per ora solo in un siparietto televisivo nel quale si sono dispensati complimenti reciproci, ma che a breve li vedrà protagonisti di una 'guerra' di nervi verso la conquista di un obiettivo comune che si chiama Scudetto. Già, proprio quel titolo che entrambi hanno avuto il merito di vincere, guarda caso nella stessa stagione. Allegri si è laureato Campione d'Italia con il Milan il 7 maggio 2011, con due giornate d'anticipo proprio all'Olimpico contro la Roma, mentre Garcia ha conquistato la Ligue 1 con il Lille due settimane più tardi. Entrambi vantano anche un altro successo nazionale: la Coppa di Francia e la Supercoppa italiana, ma quest'anno per forza di cose sarà solo uno a gioire.
IN CAMPO COSI' - Le loro fortune dovranno passare inevitabilmente dal rettangolo di gioco dove in questo scorcio di stagione sono emerse le vere differenze, dovute sia alle caratteristiche dei giocatori in rosa che ad una diversa predisposizione tattica. Allegri si è adattato al 3-5-2 di "contiana" memoria aggiungendo, ad una grande solidità difensiva, una maggiore ricerca del possesso palla, tipica del suo 'credo', con uno dei due attaccanti che arretra per permettere l'inserimento a turno di ali e mezzali. Possesso palla che è anche l'arma del 4-3-3 di Garcia che però, a differenza del suo collega, ha saputo dare alla sua Roma maggiore imprevedibilità: i giallorossi infatti sono in grado di modellarsi a seconda dell'avversario che hanno davanti (vedi Manchester), riuscendo ad essere letali anche nelle ripartenze veloci mirate ad innescare il tridente offensivo. La filosofia opposta dei due tecnici emerge anche da un dato che in questo inizio stagione è stato contrastante: Garcia ha fatto un elevato uso del turn over con ben 27 cambi, al contrario di Allegri, che di cambi ne ha fatti solo 13. Per ora il risultato è lo stesso, ma forse alla lunga la strategia del francese potrebbe pagare di più.