24/10/2020 17:51
LAROMA24.IT (Massimo Scialla) – La Roma per assegnare un’etichetta credibile ad un campionato cominciato con 2 pareggi – quello di Verona tramutato in sconfitta dal Giudice Sportivo – e 2 vittorie, il Milan per confermare di aver spiccato il volo già dal rientro dopo il lockdown di qualche mese fa. Lunedì sera a ‘San Siro’ i riflettori si accenderanno su una sfida tra l’ottava e la prima in classifica che, per puntare dritte ai 3 punti, si affideranno soprattutto ai propri elementi di maggior classe: Edin Dzeko e Zlatan Ibrahimovic
NUMERI - Colossi da 755 gol in due – 281 il bosniaco, 474 lo svedese – con le rispettive squadre di club nell’arco della carriera, ma definirli dei meri finalizzatori sarebbe riduttivo: 184 gli assist forniti da Ibra, distribuiti in 765 gare ufficiali con Malmo, Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, PSG, Manchester United e Los Angeles Galaxy – con una media di un trasferimento ogni 2 stagioni circa –. 127 quelli serviti dall’attaccante della Roma con le maglie di Teplice, Wolfsburg, Manchester City e Roma.
PROFETI IN PATRIA - Più equilibrati i numeri con le rispettive nazionali: con la Svezia Zlatan ha collezionato 109 presenze complessive, condite da 61 reti e 17 assist, a fronte dei 112 gettoni accumulati da Dzeko con la Bosnia, impreziositi da 59 gol e 21 passaggi decisivi. Apprezzatissimi in patria per la loro capacità di essere leader non solo tecnici, Dzeko e Ibra non hanno mai avuto la fortuna di poter contare su selezioni realmente competitive per vincere. Mai una qualificazione alla fase finale degli Europei per la nazionale bosniaca, dall’indipendenza del Paese ottenuta nel ’92, ed una sola partecipazione ai Mondiali, quelli del 2014 in Brasile: Dzeko e compagni in quella occasione non andarono oltre il girone con Argentina, Nigeria e Iran.
Anche Ibra punto fermo – almeno fino all’esclusione del 2016 – per una nazionale che non ha però strabiliato in occasione delle competizioni che contano. I risultati migliori restano la qualificazione ai quarti dell’Europeo 2004 in Portogallo – quello del ‘biscotto scandinavo’ e della vicenda Totti-Poulsen – e gli ottavi di finale raggiunti in due edizioni della Coppa del Mondo: nel 2002 – Ibra giovanissimo, fa solo la comparsa – e nel 2006.
PRIMA VOLTA – Difficile a credersi, ma due veterani dell’area di rigore – 34 anni il romanista, 39 il rossonero – come Dzeko e Ibra, che hanno vestito alcune delle maglie più importanti del calcio europeo, non si sono mai incontrati sul campo, né con i club né in nazionale: la prima reale occasione sarebbe stata l’ultima sfida tra Milan e Roma, andata in scena lo scorso 28 giugno – vittoria dei rossoneri per 2-0 – ma l’attaccante svedese era ai box per una lesione al polpaccio. Così quella di lunedì sarà in un certo senso una ‘prima assoluta’ per entrambi.
ABITUDINE – Pur senza essersi mai incrociati, ad ogni modo, Edin Dzeko e Zlatan Ibrahimovic non rischieranno certo di sentirsi a disagio nel match di lunedì sera: la Roma è la squadra che lo svedese ha affrontato più volte in carriera – 19 – e che ha punito in ben 10 occasioni – 3 gli assist – trasformandosi in una sorta di sentenza: quando Ibra ha trovato la rete contro i giallorossi, la sua squadra ha sempre vinto. 10 i precedenti, invece, tra Dzeko ed il Milan – 9 in giallorosso e 1 con il Wolfsburg, 5 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte –, nei quali l’attaccante ha collezionato 4 gol e un assist.
PREPARATIVI – Armi decisive, e i loro allenatori sembrano saperlo bene: Pioli ha impiegato Ibrahimovic per circa un’ora sia nel derby con l’Inter – lo svedese decisivo con una doppietta – che nel match europeo contro il Celtic, con l’obiettivo di non sovraccaricarlo al rientro dallo stop per Coronavirus. Dal canto suo Fonseca ha lasciato Dzeko in panchina nel debutto in campionato contro il Verona per un passaggio alla Juve che sembrava imminente, ma successivamente lo ha utilizzato praticamente sempre, eccezion fatta per il match contro lo Young Boys di giovedì: a Berna il tecnico lo ha lanciato nella mischia solo per la mezz’ora finale, giusto il tempo di sovvertire le sorti del debutto stagionale della Roma in Europa. Un modo per i due allenatori di ridare il filo alle proprie lame, in vista di una sfida che promette scintille.