30/09/2023 18:19
Dopo il pesante ko in casa del Genoa, la Roma ospita domani sera all'Olimpico il Frosinone nella settima giornata di campionato. Alla vigilia della sfida il tecnico giallorosso José Mourinho è intervenuto in conferenza e nel corso dell'incontro con la stampa ha affrontato anche il tema del futuro. "Parliamo di una situazione ipotetica e non mi piace. Non è successo, non posso darti una risposta - ha detto rispondendo alla domanda in merito ad un possibile rinnovo di contratto -. Quello che ti posso dire è che tre mesi fa, diciamo nel periodo di Budapest, era quasi un dramma pensare che io potessi andare via. In campo a Budapest ho detto ai giocatori e allo staff che sarei rimasto. Tre giorni dopo, contro lo Spezia, ho detto ai tifosi che sarei rimasto. Qualche giorno dopo ho incontrato Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola".
"Durante le vacanze ho avuto la più grande, la più importante e la più pazza offerta di lavoro che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l'ho rifiutata per la parola che avevo dato ai miei giocatori, ai miei tifosi e al mio proprietario. Oggi, tre mesi dopo, sembra che io sia il problema e non lo accetto. Non leggo, non sento e non guardo tv ma le cose mi arrivano. Non lo accetto perché non è vero, io non sono il problema. Nel calcio le cose dipendono da molti fattori, non si può dire che il responsabile sia uno, ma lo siamo tutti. Sono cose che succedono all'interno di un club, di un'azienda, di una struttura politica o educativa - ha continuato -. Quello che tre mesi fa era il più grande problema del romanismo, di Trigoria, dei giocatori, quando tre mesi fa ho dato la mia parola la porto avanti fino all'ultimo giorno. Fino al 30 giugno 2024 sarò qui a lottare ogni giorno, a lavorare ogni giorno per i giocatori, per la società, per i tifosi. C'è solo una persona che mi può dire che è finito tutto prima del 30 giugno ed è Dan Friedkin, solo lui può dirmi di andare via e se non me lo dice resto fino al 30 giugno. In scadenza o con 10 anni di contratto per me è uguale. Sono la stessa persona che ha dato la parola ai giocatori, a tutta Trigoria, ai tifosi e al mondo. Sono la stessa persona e fino al 30 giugno io sarò qui con i miei giocatori a lavorare per la mia proprietà, solo Dan può mandarmi via oppure Ryan".
"Non ho paura della pressione esterna, non ho paura dei possibili fischi - ha aggiunto tornando su Roma-Frosinone -. Se vogliono trovarmi mi trovano a Trigoria, quando decido di andare a cena fuori con i miei compagni o ho bisogno di stare fuori da qua vado in albergo per uno-due giorni altrimenti sono sempre qua. Non c’è né paura né mancanza di fiducia. Domani sarò allo stadio con i miei giocatori, insieme come sempre e come sempre dal primo giorno, ci prenderemo le responsabilità di quello che potrà succedere prima, durante e dopo la partita. L’unica cosa che pensiamo tutti insieme è di vincere la partita domani perché la squadra ne ha bisogno".