05/06/2018 23:14
La Fifa fa causa a Viagogo per i biglietti dei Mondiali in Russia. Ad annunciarlo è stata la stessa federcalcio mondiale, con un comunicato ufficiale. “Come parte dei suoi sforzi per proteggere i fan e prevenire la rivendita di biglietti non autorizzati per la FIFA World Cup 2018 in Russia, la FIFA ha presentato una denuncia penale il 4 giugno 2018 in base a una violazione della legge sulla concorrenza sleale contro Viagogo AG a Ginevra”, si legge nella nota.
“Negli ultimi mesi, la FIFA ha ricevuto numerose segnalazioni da parte di privati, organismi di protezione dei consumatori e altri operatori del mercato rispetto alla condotta commerciale opaca e ingannevole di Viagogo AG. La FIFA è intervenuta, dopo essersi allineata con le altre parti interessate che hanno già presentato denunce penali contro Viagogo in Svizzera a causa delle pratiche commerciali sleali della società”.
“L’obiettivo della FIFA nella lotta contro il mercato del secondary ticketing è quello di dare la priorità alla sicurezza e alla sicurezza dei tifosi e di applicare un sistema equo di tariffazione dei biglietti per la Coppa del Mondo del 2018. Di recente, la FIFA ha intrattenuto fruttuosi colloqui con la UEFA per coordinare le azioni contro le piattaforme non autorizzate e stabilire una cooperazione con la Fédération Romande des Consommateurs (FRC), l’associazione per la protezione dei consumatori della Svizzera, che è un forte sostenitore nella lotto contro la vendite di biglietti condotta attraverso fonti non autorizzate”.
(fifa.com)
La questione sollevata dalla Fifa riguarda i biglietti per le gare dei prossimi Mondiali in Russia: nonostante infatti la federazione europea sia l'unico rivenditore ufficiale, già da oggi sulla nota piattaforma di secondary ticketing (salita agli onori della cronaca anche per i biglietti di Roma-Liverpool) è possibile trovare in vendita i tagliandi per le gare di Russia 2018, con prezzi che arrivano fino a 3800 euro. Contattata dalla redazione del quotidiano inglese, Viagogo non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.
(guardian.com)