09/02/2011 09:32
Si sdraia sulla poltrona senza condizionamenti. Nella notte dei campioni c'è spazio anche per lui, tre giorni dopo la sconfitta di Milano contro l'Inter. Quell'espulsione è una ferita che si porta dentro. E' troppo presto per dimenticare. Ma stanotte è bello esserci, anche se dalle sue parti potrebbe capitare un certo Cristiano Ronaldo.
Che partita sarà?
«Bella, un grande spettacolo. Di fronte i due più importanti calciatori al mondo. Ronaldo non è un avversario facile, non so se mi capiterà, in Nazionale gioca un po' diverso. L'ho affrontato qualche volta in amichevole con squadre di club, mai in Nazionale, ma non era ancora questo Ronaldo. Per fermarlo potrebbe essere intelligente raddoppiare la marcatura».
Per un argentino è difficile non puntare su Messi.
«Sono due grandi. Penso che unendo le qualità dell'uno e dell'altro si fa un fuoriclasse fantastico. E' più bello vedere Messi con il pallone tra i piedi, mentre Ronaldo fisicamente è straordinario. E' diverso anche il loro modo di dribblare».
La Roma, se riuscirà a superare lo Shakhtar Donetsk, potrebbe trovare uno dei due in Champions League.
«Non avrei dubbi: fa più paura il Barcellona di Messi. Per come gioca e per il periodo che sta attraversando. Ormai è entrato nella storia».
Il c.t. dell'Argentina si ispira al Barcellona.
«Non sarebbe male. E' la migliore squadra al mondo. Dobbiamo cercare di avvicinarci a quel modo di giocare. Anche noi dobbiamo puntare sul possessopalla».
Torna in campo dopo l'espulsione di San Siro...
«Mi sarebbe piaciuto arrivare in Nazionale con altri pensieri nella testa. Il rammarico resta e sarà così fino alla prossima partita».
Tre espulsioni in questo campionato, un po' troppe.
«Sono state tutte al limite e ognuna diversa dall'altra. Ci penso, eccome. Non riesco a rimuovere in fretta i miei errori. Da quel punto di vista devo migliorare, per aiutare la squadra».
Quel rigore e l'espulsione hanno segnato la partita.
«Dopo l'1-1 stavamo giocando molto bene. Davanti eravamo pericolosi. Il rammarico è enorme. Parlo con i miei compagni di Nazionale dell'Inter e del Napoli. Loro ci temono, riconoscono la nostra forza. Ma dobbiamo essere più cinici».
La sconfitta di San Siro allontana la Roma dal discorso scudetto.
«Il campionato è ancora molto aperto. Quelli del Napoli stanno bene, sabato all'Olimpico sarà dura. Ma fino a due settimane fa la squadra al top era la Roma. Le situazioni possono cambiare in fretta. L'Inter sta crescendo, ma non è quella dello scorso anno. Ti lascia giocare e concede tante occasioni da gol. Anche il Milan non è irresistibile. No, per noi non è finita».
La Roma sta cambiando proprietà e si fanno progetti nuovi per il futuro. Tra gli argentini chi consiglierebbe alla Roma?
«Xaves del Boca. E' un centrocampista con grande fantasia. Ma sono in tanti che possono venire in Italia. Non credo che la Roma abbia bisogno di tanticambiamenti. La squadra è forte, penso che possano bastare due o tre rinforzi. Ma dobbiamo pensare di migliorare già ora. Non siamo usciti dalla lotta scudetto ».
Che idea si è fatto sull'imminente cambio di società?
«Penso che dopo tanti anni con lo stesso proprietario, passare a un progetto completamente diverso può essere positivo. Io sono alla Roma da due anni, mi sono trovato benissimo con questa società. Ma il cambiamento farà bene anche all'interno».
Sabato contro il Napoli mancherà per squalifica e non ci sarà neppure Mexes. Punterebbe su suo fratello Guillermo?
«Sì, ma non sono io che devo decidere. C'è un allenatore che fa le sue scelte e che forse oggi lo vede ancora un po' inesperto. Su mio fratello sono pronto a scommettere. E ci tengo a precisare che non ho fatto nulla per farlo arrivare alla Roma. La società si è mossa autonomamente, io sono stato imparziale. Ma sono il primo a puntare su di lui, perchè vedo ogni giorno come lavora e si impegna. Sta crescendo, ma certo, crescere a Roma e diverso dal crescere a Parma o Palermo».
L'ultima domanda. Dopo la lite di Cluj con Totti, oggi è tutto chiarito?
«Non posso dire che sono amico suo, sono qui da due anni, non siamo cresciuti insieme. Ma Francesco è uno che si fa voler bene da tutti. Ci sono state tante altre situazioni simili che non sono venute fuori, momenti di nervosismo che finiscono negli spogliatoi. Quello è stato uno screzio come tanti durante una partita. Non potrei mai criticare un compagno per un gol mancato. Nonostante le incazzature, questo è un buon gruppo, unito. Ma sappiamo tutti che dobbiamo fare meglio. Io per primo».