LA SFIDA NELLA SFIDA: Luis Enrique vs Montella

08/02/2012 16:01

 

PASSATO - Due ex giocatori, con una carriera di tutto rispetto. I gol sono il marchio di fabbrica del percorso di Vincenzo Montella. Debutta con la maglia dell’Empoli nel 1990/91 in Serie C1. Dopo 5 anni passa al in Serie B, segna 21 reti ed è in quell’anno che nasce l’appellativo che lo accompagnerà per tutta la sua carriera, ‘l’aeroplanino’, che l’attaccante mima ad ogni palla insaccata in rete. L’anno successivo, nel ’96, approda nella massima serie, alla Sampdoria, dove rimane per 3 stagioni, segna 54 gol e diventa un idolo del tifo blucerchiato, prima di essere ceduto alla Roma. Nella capitale otto stagioni e mezzo, uno scudetto e tanti, tantissimi gol: 102 in 251 partite. Per finire una breve parentesi inglese, al Fulham, il rientro in Italia, ancora alla Samp per un anno, prima di tornare alla Roma per l’ultima stagione da professionista.

Luis Enrique, centrocampista classe 1970, inizia a tirare i primi calci nelle giovanili della squadra della sua à, lo Sporting Gijon. Esordisce in Liga nel settembre 1989, l’anno dopo è il trascinatore con 14 gol: il Gijon va in coppa Uefa e lui va al Real Madrid, dove rimane fino al ’96, per poi trasferirsi al . Con i blaugrana vince tanto (2 Coppe di Spagna, 1 Supercoppa, 2 campionati 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa europea) e segna 74 gol in 207 partite, fino al 2004, quando dà l’addio al calcio.

PRESENTE - Se il passato da giocatori è ormai negli annali, il futuro da allenatori è ancora tutto da costruire. “Allenare la Roma sarebbe il mio sogno”, aveva detto Montella. Detto, fatto. Alla guida dei Giovanissimi giallorossi dall’estate 2009, viene scelto come traghettatore, anche se non gli piace definirsi tale, il 21 febbraio 2011, dopo la remuntada subita in casa del , le contestazioni dei tifosi e le dimissioni di Claudio Ranieri. Imputato di scarsa esperienza e di farsi condizionare dagli ex compagni di squadra, l’aeroplanino risponde piccato: “Credo di aver fatto molte più partite in A io dei miei colleghi che allenano da tempo”. 12 giornate di campionato a disposizione per tentare di risalire la china: 21 punti conquistati, la vittoria nel derby della ‘manita’ e sesto posto in classifica. A fine stagione spera di rimanere, di essere il primo allenatore della Roma americana, ma la società ha altri programmi. Saluta Trigoria e decide di approdare in terra sicula, al Catania, dove lo accolgono a braccia aperte. La prima parte di stagione è positiva. A chi a fine ottobre gli fa notare che il suo Catania ha gli stessi punti della Roma risponde con una punta di polemica: “Se al posto di Luis Enrique ci fossi stato io, già sarei a commentare le partite in tv...". Franco Baldini ha chiarito poi la scelta: «Penso tutto il bene possibile di lui ed è stata l’unica vera possibile alternativa a Luis Enrique. Il fatto che si sia presa un’altra strada non significa che si disprezzi Montella».

Non più Montella, dunque, ma Luis Enrique. Anche lui giovane, anche lui con poca esperienza , ma probabilmente un maggiore appeal per la filosofia di lavoro e di gioco. Una scommessa . Dopo aver rifiutato la panchina della nazionale Under 21 spagnola, Luis Enrique il 18 giugno 2008 è chiamato ad allenare il B come successore di Pep Guardiola. Con la seconda squadra del riesce a centrare prima la promozione in Segunda Division, poi, nell’ultima stagione, a raggiungere il terzo posto. Guardiola spende sempre ottime parole per l’amico ed ex compagno di squadra: “Luis Enrique è un eccellente allenatore”, ha ribadito recentemente il tecnico del . Lo scorso giugno, Franco Baldini punta su di lui per lanciare il nuovo progetto della Roma americana. Accordo biennale con l’asturiano e via alla rivoluzione culturale. Il resto è storia recente: l’entusiasmo dei primi giorni è seguito da un percorso altalenante sul campo: un inizio difficile, risultati discontinui, idee di gioco parzialmente messe in pratica; poi nelle ultime giornate la lenta risalita, con vittorie importanti come quelle di e quella casalinga con l'Inter, e un gruppo che sembra essersi ritrovato e soprattutto sembra aver capito, o meglio, assorbito le idee del proprio tecnico.

Bilanci ancora provvisori, sui quali peserà anche il confronto di mercoledì sera. Una gara che riprenderà al 20' della ripresa, dove era stata fermata dall'arbitro Tagliavento per impraticabilità del campo. Con il risultato fermo sull'1-1. Per i giallorossi sarà un'occasione importantissima di accorciare sulla zona (ora è a -7 dall'Udinese terza) mentre per gli etnei, fermi causa neve da due settimane e con tre gare da recuperare, sarà la partita giusta per riprendere la marcia e distaccarsi dalla acque fredde della bassa classifica.

 

Maria Piera Carchedi